ll 2025 ha rappresentato un punto di svolta per le imprese italiane che investono in innovazione e digitalizzazione. La Transizione 4.0, uno dei pilastri della politica industriale degli ultimi anni, ha lasciato gradualmente spazio alla Transizione 5.0, il nuovo paradigma che ha aggiunto un obiettivo strategico: l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale.
Ma cosa è cambiato concretamente?
Quali sono ancora per questi mesi le implicazioni operative e le opportunità da cogliere?
Transizione 4.0: fino al 31 dicembre 2025 (con possibili proroghe tecniche fino a giugno 2026 in caso di prenotazione con acconto del 20%), le imprese possono ancora beneficiare del credito d’imposta Transizione 4.0 per investimenti in beni materiali e immateriali strumentali nuovi, interconnessi e rispondenti a specifici requisiti tecnologici (Allegati A e B della Legge 232/2016).
Dal 2025, tuttavia, i beni immateriali (es. software) non sono più agevolabili su questa misura. Un segnale chiaro che impone alle aziende di anticipare le decisioni di investimento.
Transizione 5.0: l’innovazione è diventata sostenibile e ha alzato l’asticella. Per accedere all’agevolazione, non basta digitalizzare. Gli investimenti devono generare una riduzione misurabile dei consumi energetici o aumentare l’efficienza delle risorse utilizzate nei processi produttivi.
Vengono quindi premiati:
- Acquisti di macchinari 4.0 con tecnologie “green”
- Sistemi per il monitoraggio energetico
- Interventi di riqualificazione sostenibile
- Formazione del personale in ambito ambientale e digitale
Il credito d’imposta 5.0 può arrivare fino al 45%, ma è legato a un meccanismo a sportello gestito dal GSE e richiede certificazioni tecniche e verifiche ex post.
Cosa devono fare le imprese per non perdere le ultime opportunità del 4.0 e del 5.0?
Essere affiancate da professionisti come CDR Italia che le aiuteranno a gestire ogni fase del percorso, dal check-up iniziale alla rendicontazione.
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